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Meccanismi di difesa: La corazza muscolo-caratteriale



L’analisi bioenergetica ci pone di fronte ad una interessante visione della condizione umana: secondo la teoria di Wilhelm Reich, l’essere umano, una volta raggiunta la fase adulta, è prigioniero di una corazza, che lo limita nell'espressione della sua emotività, ostacolando di conseguenza anche il libero fluire dell’energia vitale. 

L’energia così bloccata ristagna in alcune regioni del corpo, che diventano sede di tensioni fisiche.

Due sono i tipi di corazze che l’uomo sviluppa: una corazza caratteriale, che corrisponde al carattere, ed una corazza somatica, o muscolare.

La corazza caratteriale si forma durante l’infanzia, ed equivale al nostro modo di reagire di fronte agli eventi della vita. Essa consiste, sostanzialmente, di una serie di atteggiamenti di resistenza, e di norma inizia a formarsi a seguito di episodi in cui il bambino si è visto negare la possibilità di soddisfare un proprio impulso istintivo.

Alla corazza caratteriale, poi, corrisponde sempre una corazza di tipo fisico, o corazza muscolare. Questa si manifesta attraverso l’atteggiamento fisico, la postura, la gestualità, il movimento
Attraverso la fisicità, inoltre, le emozioni inespresse riemergono sotto forma di crampi, tensioni, rigidità  e spasmi.

Le tensioni fisiche, dunque, non sono altro che il risultato degli atteggiamenti repressivi sviluppati, nel corso degli anni, con l’intento di bloccare emozioni (angoscia, rabbia, eccitazione), desideri, sensazioni organiche. L’effetto di questa rigidità caratteriale, è la rigidità corporea e la mancanza di contatto emozionale.

Questo atteggiamento determina, col tempo, una cronicizzazione delle contrazioni muscolari, che limita la capacità di comunicare, di amare e di percepire il piacere.

Non è semplice liberarsi di una corazza destinata a crescere di anno in anno, il più delle volte non si è nemmeno consapevoli di possederne una. Indubbiamente, se non si interviene su questo processo di rafforzamento, col tempo la corazza potrebbe diventare un serio impedimento al raggiungimento della propria identità, all'affermazione di sé e all'espressione delle proprie inclinazioni naturali. 

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