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Gioco: I Maestri della Visualizzazione Creativa


Tra le tante definizioni della parola gioco date dal dizionario della lingua italiana, ho raccolto la seguente: “si definisce gioco qualsiasi attività a cui si dedicano adulti o bambini a scopo di svago, e anche per esercitare il corpo o la mente” (Sabatini Coletti, Dizionario della lingua italiana).

Ciò che forse ancora non sapete, è che il gioco è anche una potente forma di visualizzazione, e come tale è utilizzata in special modo dai bambini: i bambini sono veri maestri nell'arte del visualizzare. Essi padroneggiano questo mezzo con talento, pur essendo completamente ignari dell’enorme potere di cui dispongono.

Il gioco è radicato nella natura insita del bambino, fa parte del suo essere ed è il suo modo di comunicare col mondo: attraverso il gioco il bambino apprende, si esprime, esterna delle emozioni o dei disagi, dei bisogni, dei desideri.

Avete mai visto un bambino intento a giocare? Avete notato la sua capacità di immedesimarsi nella situazione che egli stesso sta immaginando, l’intensità con cui vive nella sua dimensione di gioco?

Lo spirito con cui un bambino vive il gioco è pressappoco lo stesso di quello con cui affronta e percepisce la realtà. Per il bambino, realtà e immaginazione si sovrappongono.

Ma come fa un bambino a trasformare un’attività come il gioco in una efficace e potente forma di visualizzazione?

Anche un adulto gioca: lo può fare con i suoi bambini, oppure con altri adulti.

La differenza sostanziale sta nello spirito con cui ci si predispone a fare determinate cose: per un adulto, un gioco rimane pur sempre un’attività di svago, uno scherzo; a volte la parola “gioco” viene intesa come sinonimo di burla, tanto è vero che siamo abituati ad utilizzare questo termine anche per indicare qualcosa di poco serio.

Il bambino al contrario, mentre gioca si immerge in un mondo, proietta se stesso, crea una nuova realtà. Ciò che contraddistingue lo spirito di un bambino, e che gli permette di rendere possibile anche l’improbabile,  si può essenzialmente riassumere in pochi tratti essenziali:


  • Spontaneità, e capacità di emozionarsi per le piccole cose
  • Una naturale predisposizione alla fiducia
  • Una capacità immaginativa non ancora condizionata dagli anni di formazione scolastica né dalla razionalità tipica dell’età adulta, che gli consente di poter visualizzare con estrema chiarezza e concentrazione
  • Un’ingenuità rimasta ancora incorrotta dal cinismo e dalle disillusioni della vita, che gli consente di nutrire una serena fiducia e di credere con convinzione che tutto sia davvero possibile
  • Un’istintività non ancora repressa dai condizionamenti e dai modelli educativi, grazie alla quale egli può liberamente esprimere emozioni autentiche.
  E un’emozione pura, sincera, che vibra ad una elevata frequenza, ha un potere immenso.

Quando il bambino desidera non prova sentimenti come tristezza o frustrazione, non pensa “chissà se riuscirò mai ad ottenerlo”, non alimenta dubbi o paure: chiede e basta.

E mentre chiede,  la sua mente ha già “visto” la realizzazione del suo sogno; egli dunque non fa che alimentare questa visione momento per momento, giorno dopo giorno, finché l’oggetto del desiderio effettivamente si materializza.

Potete riconoscere un bambino che visualizza semplicemente guardandolo negli occhi, nel momento in cui egli riceve ciò che desiderava: potrete leggervi gioia, contentezza, euforia, ma non vi troverete certo stupore o incredulità. Perché il suo desiderio era già diventato certezza da tempo.

Attraverso l'attività del gioco, i bambini sono veri maestri nell'arte della visualizzazione. Il  loro modo di essere costituisce un ottimo esempio per un adulto che voglia imparare a creare da sé la propria realtà, affinché egli torni a dare voce al proprio spirito fanciullesco, che non è mai andato perduto per sempre, ma è semplicemente rimasto sommerso nel profondo del proprio essere e aspetta solo di poter riemergere.

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