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Visualizzazione e Musica


Chi di noi non ha mai accompagnato momenti della propria esistenza con della buona musica … a chi non è mai capitato di associare un’esperienza, un avvenimento significativo o un ricordo particolarmente triste o piacevole ad una determinata canzone, o ad un motivo musicale?

La musica è quell'elemento sociale e culturale che da sempre funge da colonna sonora alla storia dell’umanità.

Sin dagli albori della civiltà, popoli di tutto il mondo hanno accompagnato i loro eventi sociali con ritmi, canti, danze, suoni…

Musica come intrattenimento negli eventi, durante le festività, nelle ricorrenze; musica come supporto nella concentrazione, durante lo studio o nel lavoro mentale in generale, o nel corso di una seduta di meditazione.

Melodie dolci e cadenzate, adatte per rilassare corpo e mente; oppure vivaci e incalzanti  per stimolare, motivare e dare carica adrenalinica.

Ma la musica è qualcosa che va ben oltre i comuni scopi di intrattenimento e vita sociale …

Sebbene gli effetti benefici della musica sulla mente e sul corpo siano noti all'uomo fin dall'antichità, e diverse civiltà avessero in passato già fatto ricorso ad essa per scopi terapeutici, il concetto di musicoterapia si è sviluppato solo a partire dal 1700, quando il medico musicista  londinese Richard Brockiesby scrisse il primo trattato scientifico in merito all'argomento.

L’impiego della musicoterapia, sia attiva (composizione ed esecuzione) che passiva (ascolto) si estende oggi a svariate patologie organiche e psicosomatiche, ad alcune forme di autismo e nei processi riabilitativi, con risultati sorprendenti.

Grazie al suo elevato potere stimolante e alla capacità di penetrare nella parte più intima del nostro essere, coinvolgendo nel profondo la nostra sfera emotiva, la musica viene utilizzata con successo anche nella pratica della visualizzazione creativa.

Combinazioni diverse di note possono richiamare nell'animo umano diversi  tipi di emozioni, e alimentarle o intensificarle dipendentemente dall'umore o dalla predisposizione personale.

Tenendo conto di ciò, l’ausilio della musica in visualizzazione è determinante nella fase di “caricamento” dell’emozione.

Quando visualizziamo un evento, lo viviamo nella nostra mente utilizzando tutti i nostri 5 sensi; di conseguenza, anche la nostra parte emotiva partecipa attivamente, e le immagini visualizzate vengono definitivamente impresse nella nostra memoria emozionale.

La registrazione in memoria emozionale dell’evento immaginato, anticipa la realizzazione di quest’ultimo nella realtà fisica, dal momento che la carica emotiva innalzata ad un significativo grado di intensità costituisce la “benzina” che lancia nello spazio e nel tempo la realtà mentalmente creata.

Come fare per visualizzare sfruttando questa preziosa risorsa?

Esistono diversi modi: un classico esempio consiste nello scegliere una melodia o un brano che ci piace particolarmente, e che suscita in noi gioia, entusiasmo, amore, o perlomeno uno stato di grande contentezza e gratificazione, e utilizzarlo come sottofondo durante una sessione di visualizzazione creativa.

L’efficacia della visualizzazione associata alla musica sarà tanto maggiore quanto meglio ad una specifica melodia associamo una determinata realtà immaginata: al punto che ogni qualvolta ci capiterà di riascoltare quella melodia, il nostro cervello riprodurrà in automatico la sensazione di benessere provata le volte precedenti.

Nessun altro elemento è in grado di interagire in modo così diretto e profondo con la nostra sfera emozionale, e modulare altrettanto rapidamente la frequenza energetica del nostro animo allo stesso modo in cui lo fa la musica.

Proprio in considerazione di questo, sarebbe bene prestare molta attenzione a ciò che si compone, si suona o si ascolta: ascolto intelligente significa operare una selezione della musica che si sceglie di ascoltare e di far entrare attraverso la porta delle proprie emozioni; mantenere consapevolezza del fatto che lascerà sempre un effetto sulla nostra interiorità.

E’ possibile che l’ascolto assiduo o regolare nel tempo di un certo genere musicale possa influenzare il nostro mondo emozionale, al punto da poterlo modificare anche radicalmente?

  E’ sicuramente possibile, poiché il nostro sé emotivo viene indotto a sintonizzarsi  su una determinata combinazione di frequenze, che è sempre la stessa, e che logicamente determinerà una specifica emozione. Questa, se alimentata nel tempo, diverrà a lungo andare lo stato emotivo predominante.

Chi per esempio ha l’abitudine di ascoltare o canticchiare musiche allegre, o canzoni i cui testi o la cui melodia incitano alla contentezza, alla gioia, sicuramente si ritrova a vivere queste emozioni per gran parte del suo tempo. E di conseguenza, manifesterà una personalità allegra ed entusiasta.

Allo stesso modo, combinazioni di note che inducono alla tristezza, alla malinconia o testi che incitano all'ostilità e alla ribellione, se ascoltate ripetutamente o regolarmente nel tempo, incideranno in modo tale da rendere predominante uno stato d’animo di malessere, malcontento e depressione.

Quando si dice: “il suo destino era scritto nelle canzoni che cantava”

Il nostro stato emotivo predominante è quello che effettivamente manteniamo e alimentiamo nel tempo, fino farlo divenire una parte integrante di noi, una prerogativa della nostra personalità … il messaggio attraverso il quale il mondo ci identifica e ci riconosce. E che inevitabilmente si rispecchia anche nel tipo di musica che scegliamo di ascoltare.

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