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Reflusso Gastroesofageo: 5 Cause Emozionali

I problemi di salute legati allo stomaco sono ormai di grande attualità e colpiscono un numero sempre più elevato di persone appartenenti a tutte le fasce di età. La stragrande maggioranza dei sintomi e disturbi all’apparato digerente ha origine da fattori di natura nervosa, come la difficoltà a gestire lo stress o a tollerare determinate situazioni.

Essendo l’organo adibito alla funzione della digestione, lo stomaco rappresenta infatti la nostra capacità di accettare le situazioni della vita. Un problema allo stomaco può riguardare dunque ciò che fatichiamo ad accettare perché ci sembra ingiusto, perché ci fa soffrire o ci fa rabbia, una situazione insomma che non riusciamo a “digerire”. In particolare, quando sentiamo lo stomaco bruciare e tutto ci risale in gola, molto probabilmente stiamo covando una forte rabbia per una situazione che troviamo ingiusta o inaccettabile.

Il reflusso gastroesofageo è una patologia piuttosto comune, che si manifesta come un effetto della gastrite e consiste in una risalita dei succhi gastrici dallo stomaco verso l’esofago. Questo avviene perché lo sfintere esofageo, la valvola che separa l’esofago dallo stomaco, non funziona come dovrebbe e quindi i succhi acidi presenti nello stomaco possono risalire e provocare un rigurgito acido. I sintomi tipici del reflusso gastroesofageo sono rigurgito acido in bocca, bruciore retro sternale, bruciore nella parte alta dell’addome, cattiva digestione, dolore all’esofago. Talvolta si può accusare un dolore a livello toracico o intra-scapolare, nausea, tosse e raucedine.

Le cause più comuni del reflusso gastroesofageo possono essere:


  • Ansia e stress
  • Difficoltà di digestione, causato da un aumento della permanenza del cibo nello stomaco
  • Una saliva troppo acida, che altera le funzioni digestive
  • Posture scorrette da seduti, che comprimono eccessivamente la regione tra l’esofago e lo stomaco
  • Assunzione di alcuni farmaci
  • Fattori ormonali
  • Alimentazione (intolleranza ad alcuni cibi)
  • Abiti troppo stretti o attillati

Rischi

Talvolta, questa patologia può aggravarsi: nel caso, per esempio, in cui l’azione costante dei succhi acidi sulle pareti dell’esofago causa lesioni o ulcere, modificandone l’anatomia. Talvolta i sintomi possono estendersi anche ad altri organi, come la laringe e la faringe, provocando faringiti e laringiti, asma e problemi di respirazione.

Cause emozionali

Dal punto di vista psicosomatico, le condizioni del nostro apparato digerente rispecchiano un po’ la nostra capacità di accogliere e accettare i vari aspetti della realtà. Problemi legati a questi organi riguardano dunque situazioni che non accettiamo e che “ci sono rimaste sullo stomaco”. Alla base di queste difficoltà c’è sostanzialmente un’incapacità di lasciarsi andare e sentirsi a proprio agio nei vari contesti che ci troviamo ad affrontare e che rappresentano per noi la fonte di stress: relazioni affettive o professionali, il bisogno di controllare gli altri, l’abitudine ossessiva di rimuginare su fatti del passato, l’incapacità di rilassarsi e prendere la vita così come viene.

Ecco  5 fattori emozionali alla base dei disturbi gastrici:


  • Incapacità ad accogliere le cose belle che la vita offre, pensieri ossessivi e mania del controllo
  • Preoccupazioni che non riusciamo a mandare giù
  • Senso di colpa per aver causato situazioni che troviamo ingiuste
  • Sentimenti di ribellione per una situazione che troviamo ingiusta o inaccettabile
  • Situazioni spiacevoli che viviamo abitualmente ogni volta che ci sediamo a tavola (litigi, discussioni, cose che sentiamo dire e che ci fanno arrabbiare, ecc)

Guarigione emotiva dal reflusso gastroesofageo

A prescindere dalle cause emozionali che possono aver contribuito all’insorgere della patologia, è bene non sottovalutare l’importanza dell’alimentazione, che in questo caso ha un ruolo fondamentale nella gestione dei sintomi e nella cura stessa. Il processo di guarigione comprende l’intervento sia sul fronte psico- emotivo che sullo stile di vita, partendo proprio dalle abitudini alimentari.

L’indagine a livello emozionale consisterà nel chiedersi qual è (o quali sono) gli aspetti della realtà che non riusciamo a mandar giù, verso chi o cosa ci stiamo ribellando; se il momento dei pasti rappresenta per noi più una fonte di stress che un piacere, se c’è una situazione che ci tocca subire, se quello che facciamo quotidianamente ci sembra un peso, o un carico ingiusto da sopportare e abbiamo la sensazione per questo di non venire riconosciuti nei nostri doveri.

Tutto questo è importante al fine di capire qual è l’emozione che necessita di essere digerita e che, non trovando vie di sfogo all’esterno, ci attacca dall’interno, prendendo come bersaglio gli organi più facilmente predisposti ad assorbirne gli effetti.

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