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La Legge di Attrazione Spiegata dalla Scienza

"Non è la materia che genera il pensiero ... è il pensiero che genera la materia"
(Giordano Bruno)


E’ possibile dimostrare scientificamente la Legge di Attrazione?

E’ possibile attribuire una spiegazione scientifica al potere dell’essere umano di influire sulla propria realtà?

Numerosi esperimenti nell’ambito della fisica hanno permesso di scoprire cose straordinarie: anzitutto, che l’osservatore ha il potere di influire sul sistema osservato e, dunque, ha un ruolo attivo nel processo di creazione della realtà. Una verità, questa, che la scienza tradizionale per lungo tempo ha faticato ad accettare, in attesa di poter fornire una spiegazione più razionale. 
Secondo la fisica classica, un fenomeno deve essere prevedibile e misurabile. Tuttavia, se finora questo approccio si è dimostrato valido per la realtà  macromolecolare, non lo è stato altrettanto per gli elementi di dimensione microscopica. Il mondo dell’infinitamente piccolo obbedisce infatti a leggi di diversa natura. 
Grazie alla fisica quantistica, oggi sappiamo che la più piccola particella che costituisce ogni forma e tipologia di materia ha una doppia natura: esiste cioè  contemporaneamente sia in forma di onda elettromagnetica, sia come particella. 
Ciò significa che la materia stessa e tutto ciò che fa parte della realtà fisica, una volta smontato in parti sempre più piccole risulta pura energia. 

Inoltre, nel mondo dell’infinitamente piccolo possiamo assistere ad un fenomeno che contraddice i più classici princìpi della fisica: le onde energetiche hanno la capacità di trasformarsi in particelle condensate, e viceversa.

Ecco tre principi della legge di attrazione che, grazie alla fisica quantistica, hanno oggi un riscontro scientifico: 

1. La coscienza è in grado di creare e modificare la realtà osservata 

Non esiste una realtà oggettiva. La realtà dipende da chi la osserva, dunque ciascuno di noi ha un ruolo attivo nel processo di creazione della realtà. 

Nel lontano 1801 il fisico Thomas Young eseguì un esperimento diventato poi famoso come “esperimento della doppia fenditura”. L’obiettivo iniziale era studiare la natura della luce. Un fascio di luce veniva fatto passare attraverso un foro davanti al quale era sistemato un pannello con due fenditure. 

Veniva osservato che, nel momento in cui attraversava il foro, la luce era in forma di particella; quando però attraversava le due fenditure, essa assumeva consistenza di onda. L’esperimento è stato in seguito ripetuto utilizzando altri tipi di particelle, come gli elettroni, e il risultato non cambiava. 

Inoltre, aggiungendo un rilevatore era possibile osservare cosa accadeva nel momento in cui il fascio di particelle attraversava le fenditure, prima di trasformarsi in onda. E si verificava un fenomeno strano: finché si osservava, gli elettroni mantenevano la loro natura di particella (materia), mentre quando si smetteva di osservare si comportavano come onde (energia). 

Gli elettroni si trasformano da particelle a onde e viceversa in base a chi osserva il sistema. La natura di ogni fenomeno varia in relazione a chi la osserva, perché è la coscienza, cioè l’atto stesso di osservare, a influenzare la natura della realtà. 

2. Siamo tutti energeticamente connessi, non esiste alcuna separazione tra gli elementi nell’Universo

Dai risultati di numerose ricerche si è sviluppata la teoria che l’Universo è paragonabile ad un immenso ologramma, ovvero una struttura tridimensionale che viene riprodotta fedelmente in ogni sua parte. Qualsiasi elemento, partendo dalla più piccola particella fino ad arrivare alla più gigantesca struttura, contiene al suo interno una esatta riproduzione in miniatura dell’Universo; di conseguenza, tutto è in continua connessione e in costante comunicazione. 

Albert Einstein, insieme con altri due scienziati, Podolsky e Rosen, eseguì un esperimento su due particelle A e B che erano originariamente unite e in comunicazione tra loro. Le particelle furono separate e sparate in direzioni opposte. Lungo il percorso della particella A era stata posta una carica magnetica, mentre lungo il percorso della B non erano stati posti ostacoli. 

Come previsto, nel momento in cui la particella A incontrava la carica magnetica la sua direzione veniva deviata verso l’alto. Inspiegabilmente però, questo comportamento influenzava anche la particella B, la quale pur non avendo ostacoli sul proprio tragitto e senza l’intervento di alcun fattore esterno, deviava immediatamente la sua direzione in senso contrario alla particella gemella.

 Qualsiasi elemento, particella o sistema, piccolo o grande che sia, è in grado di modificare il comportamento degli elementi con i quali ha avuto una qualche interazione in passato. Ciò è possibile perché tutti gli elementi comunicano costantemente tra loro a livello energetico, si trasmettono informazioni e questa comunicazione è istantanea.

3. Modificare la propria realtà significa spostarsi su altre linee di realtà. La realtà non è una sola

Esistono infinite realtà, che si manifestano sotto forma di infinite “linee di possibilità”. Nel momento in cui osservo la realtà, una sola di queste possibilità emerge, mentre le altre collassano. E’ in questo modo che la mia coscienza ha il potere di influire sulla realtà. 

Per chiarire questo concetto, il fisico austriaco Erwin Schrodinger ideò un esperimento ipotetico nel quale si immagina che un gatto venga rinchiuso in una scatola insonorizzata. All’interno della scatola si trova anche un’ampolla di veleno collegata ad un interruttore esterno. Quando l’interruttore viene schiacciato, il veleno si libera nella scatola uccidendo il gatto. 

Supponendo che l’interruttore sia difettoso, quando questo viene schiacciato esiste solo il 50% di probabilità che il veleno si liberi e che il gatto rimanga ucciso. L’osservatore può verificare se il gatto è vivo o morto soltanto nel momento in cui aprirà  la scatola. 

Immaginando di trovare il gatto morto, secondo la logica dell’osservatore l’evento si è verificato nel momento in cui l’interruttore era stato schiacciato. 

Tuttavia, secondo la meccanica quantistica le cose sono andate diversamente. il gatto vive o muore non quando viene premuto l’interruttore, ma solo quando si osserva all'interno della scatola. 

Fino a un momento prima entrambe le possibilità che il gatto sia vivo e morto coesistono. Tuttavia nel momento in cui la scatola viene aperta, una delle due possibilità emerge a scapito dell’altra, e una sola delle due realtà si manifesta.

Perché una realtà si manifesti a scapito delle altre è necessaria la presenza di un osservatore. In mancanza di questo, infatti, non c'è realtà fisica ma solo un numero sconfinato di possibilità.

Per concludere 

La fisica quantistica è in grado di confermare i principi della legge di attrazione:

  • La materia è formata da onde di energia. Ogni forma di questa energia, dalla più piccola alla più grande, è dotata di una propria coscienza e dunque è in grado di influire sulla realtà


  • L’essere umano, che non fa eccezione, ha il potere di modificare la realtà attraverso la propria coscienza
  • I nostri filtri percettivi e cognitivi limitano la nostra visione della realtà, facendoci percepire le cose diversamente da quello che sono
  • Nell’universo non esiste alcuna separazione, tutto è interconnesso e le informazioni vengono trasmesse in modo istantaneo



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