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Il Processo Creativo nei Sogni

A quanti di noi sarà successo, al termine di una notte di sogni dal contenuto  particolarmente realistico, di svegliarsi al mattino seguente con addosso ancora quelle sensazioni e quell'intenso stato emotivo?

Quante volte sarà capitato che il ricordo vivido di un sogno ci accompagnasse come un’ombra durante l’intero corso di una giornata, condizionandola magari in modo indiretto?

Sull'origine e significato dei sogni, il genere umano ha sempre puntato una forte attenzione. Basti pensare, ad esempio, alle varie religioni che interpretano il sogno come messaggio da parte del divino (nella stessa religione cristiana, l’Antico Testamento riporta diversi sogni premonitori) o come forma di contatto con il mondo dell’aldilà.

Nelle discipline esoteriche, il sogno viene considerato strumento di arti divinatorie (v. oniromanzia). In ambito psicologico e psicoterapeutico, il sogno viene visto come manifestazione di un bisogno o di una paura che risiede nell'inconscio, e che emerge in forma di proiezione mentale di realtà parallele.

Da un punto di vista scientifico, l’attività onirica è considerata come un’esperienza sensoriale vissuta a seguito della stimolazione della corteccia cerebrale. Tali esperienze sensoriali sarebbero in pratica una rielaborazione dei vari stimoli ricevuti dall'esterno, finalizzata a liberare la mente da repressioni, inibizioni, a gestire conflitti irrisolti ed emozioni risultanti da esperienze dolorose, o addirittura elaborare nuove idee e nuovi punti di vista sulla realtà.

E’ sicuramente vero che nel sogno abbiamo a che fare con un altro “me stesso”, che si differenzia da quello razionale proprio per il fatto di essere decisamente più istintivo.

Ecco perché nel sogno siamo disinibiti, momentaneamente liberi da pregiudizi e paure, siamo in grado di fare e dire cose che nella realtà fisica non ci sogneremmo mai di dire o di fare.

 Eppure non si tratta pur sempre di noi?

L’Io che agisce, pensa e parla per noi nel sogno non è altro che il nostro bambino interiore. Che è pur sempre una parte di noi, solo libero dal giogo della razionalità: è un Io puramente istintivo ed emozionale, ed ha un concetto tutto suo di giusto e sbagliato, differente da quello che abbiamo acquisito attraverso l’apprendimento e l’educazione.

E’ quel bambino interiore a cui chiediamo aiuto quando vogliamo usufruire della legge di attrazione, e che raramente può esprimersi in modo libero, perché frenato sia dalla logica che da condizionamenti e paure.

Non a caso, prima di visualizzare o meditare, viene consigliato di entrare in uno stato di profondo rilassamento, proprio per favorire l’apertura del canale di comunicazione con il nostro sé interiore.

Protagonista creativo delle nostre visualizzazioni, e parte attiva nei nostri sogni, il bambino interiore può dunque divenire un prezioso strumento per praticare la visualizzazione anche durante l’attività onirica.

Come fare a visualizzare durante un sogno?

Il sogno “lucido”

Si parla di sogno lucido, o cosciente, quando chi sogna ha coscienza di stare vivendo in quel momento in una realtà onirica. La consapevolezza di stare sognando ci dà quella lucidità mentale sufficiente a poter gestire la realtà onirica a nostro piacimento, costruendola istante dopo istante come meglio desideriamo.

Il sogno lucido non è un evento così frequente, anche se alcune persone sembrano essere naturalmente predisposte a fare questo genere di sogni.

Avendo però la possibilità di viverlo con lucidità di coscienza, al punto che chi fa questi sogni afferma di riuscire tranquillamente a “ricordare di dover fare delle cose”, (come portare un messaggio a qualcuno che non vediamo più da tanto, o chiedere al parente defunto dei numeri da giocare al lotto, per esempio) durante il sogno lucido è possibile praticare tecniche di visualizzazione per far sì che già una prima materializzazione dell’obiettivo si manifesti nella realtà sognata.

 Visualizzazione onirica e sogno premonitore

La visualizzazione onirica ha diverse caratteristiche in comune con il cosiddetto “sogno premonitore”. Quest’ultimo si presenta come un sogno estremamente realistico, di cui conserviamo generalmente una chiara memoria, anche parecchio tempo dopo. Il sogno premonitore lascia inoltre un significativo impatto emozionale, la cui memoria può perdurare inalterata nel tempo.

Resta il dubbio se i sogni premonitori non siano effettivamente già essi delle visualizzazioni oniriche: una caratteristica che accomuna entrambi è quella di potersi ripetere più volte e di avere, a distanza di tempo, sempre un riscontro nella realtà.

Presupponendo che visualizzazione onirica e sogno premonitore coincidano, è possibile favorire o indurne il manifestarsi scegliendo di visualizzare nelle ore notturne, poco prima di addormentarsi.

Se la visualizzazione sarà stata fatta bene, è possibile che la realtà creata venga riprodotta nei sogni in maniera altrettanto realistica, incluso il fattore emozionale. Una volta che ciò avviene, possiamo avere la certezza che la realtà creata si è impressa nella nostra memoria emozionale, e la legge di attrazione è entrata in moto per noi.

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