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Ansia e Paura del Rifiuto: Che Rapporto Esiste?

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Che relazione inte
rcorre tra disturbo da ansia e ferite dell’anima? In questo articolo parleremo dei collegamenti esistenti tra ansia e paura del rifiuto. 
                                                          Il rifiuto è la ferita emotiva più dolorosa che ci portiamo dentro da adulti: si parla di “paura del rifiuto” quando si ha una reazione emotiva eccessiva di fronte alla minaccia di venire respinti, di essere messi da parte o non venire accettati.
Capita a tutti prima o poi di sperimentare situazioni in cui si viene rifiutati: in amore, nelle amicizie o nel lavoro. Non si può piacere a tutti e questo fa parte della vita. 
Quando però vivi la paura del rifiuto come un’aspettativa ansiosa e continua di essere rifiutato, e nel momento in cui questa aspettativa diventa realtà ne segue una reazione emotiva intensa, è molto probabile che la profonda ferita da rifiuto che ti porti dentro abbia generato in te una sorta di “ipersensibiità al rifiuto”.

Il dolore che senti nel momento in cui sperimenti il rifiuto può raggiungere un’intensità tale da essere percepito anche a livello fisico. Questa sensazione fisica di dolore si spiega con il fatto che, quando sperimenti una situazione di rifiuto, nel tuo cervello si attivano gli stessi circuiti neuronali che ti rendono sensibile al dolore fisico. 
Anche se a livello logico sai che non stai correndo un pericolo di vita, di fronte alla minaccia di venire rifiutato (dal partner, da un datore di lavoro, da un gruppo ecc) il tuo corpo attiva gli stessi meccanismi di allerta che servono a mettere in guardia da un pericolo reale.

Perché il rifiuto fa così male? 

La ferita da rifiuto risale ai primissimi anni di vita, quando il bambino, attraverso un parola o un gesto del genitore, sperimenta per la prima volta la sensazione di venire respinto nella sua identità e nel suo diritto a esistere. Spesso è il genitore dello stesso sesso che attiva la ferita da rifiuto. 
Il bambino che si sente rifiutato, da adulto tenderà ad assumere comportamenti auto lesionisti come l’auto critica, l’auto punizione, la tendenza ad assumersi la totale colpa e responsabilità di quello che gli accade.

Relazione tra paura del rifiuto e manifestazione del disturbo da ansia

Le esperienze emozionali che viviamo da piccoli vengono interiorizzate come "verità". In questo caso, un'esperienza di rifiuto genera la convinzione di non essere degno di amore, di non valere nulla, e il presupposto che “se mia madre o mio padre non riescono ad accettarmi per come sono, anche chiunque altro mi rifiuterà”. Il bambino che si sente rifiutato, da adulto adotterà una serie di comportamenti per evitare di rivivere la stessa esperienza. 

E nonostante ciò, la sua convinzione di non valere nulla lo porta ad assumere a sua volta atteggiamenti di rifiuto verso gli altri: essere sfuggente, ricercare la solitudine perché si sente indegno, scomparire e nascondersi perché se dovesse ricevere troppe attenzioni non saprebbe come comportarsi.

Paura del rifiuto: una profezia che si auto avvera 

 Se assumi comportamenti evitanti, quali reazioni ti potrai aspettare dagli altri? E' chiaro che risponderanno mantenendo a loro volta le distanze. A quel punto, se sei una persona con una profonda ferita da rifiuto, interpreterai la distanza dell’altro come una conferma del tuo scarso valore, una prova che non sei apprezzato, e rafforzerai il tuo comportamento evitante scatenando un circolo vizioso di progressivo deterioramento delle relazioni. 

Il disturbo da ansia viene scatenato da uno stato di allarme per una situazione che percepisci come minacciosa (per esempio, la minaccia di ricevere delle attenzioni a cui non sei abituato e di cui sei convinto di non essere degno) e allo stesso tempo si manifesta anche ogni volta che si ripete un situazione di rifiuto (l'allontanamento improvviso del partner o eventi in cui siamo messi in condizione di dover ricevere approvazione, come un esame, un colloquio, un primo appuntamento).

A livello fisico, l’ansia da rifiuto si manifesta con diarrea, vomito, vertigini, aritmia, problemi respiratori. 

Per concludere

Il disturbo da ansia ha radici nelle nostre ferite emotive. La ferita emotiva più dolorosa per un essere umano è il rifiuto. Il rifiuto fa parte delle esperienze di vita di ognuno di noi: tuttavia, quando la paura del rifiuto scatena un circuito di  reazioni emotive eccessive e comportamenti auto emarginanti, il rischio è quello di ritrovarsi sempre più isolati dal contesto sociale e relazionale. Di fronte a una minaccia di rifiuto anche solo ipotizzata il cervello e il corpo attivano gli stessi meccanismi di allerta che servono a mettere in guardia da un pericolo reale: di conseguenza, la fuga dalle situazioni diventa l'unico espediente per evitare occasioni potenzialmente in grado di scatenare un attacco d'ansia. 
Prendere consapevolezza dei comportamenti che rafforzano queste dinamiche auto sabotanti e lavorare all'interno del rapporto genitore-figlio per sanare i conflitti generati a seguito della ferita da rifiuto è un primo passo importante verso la guarigione di questa tipologia di ansia.

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